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La dedizione di Vincent van Gogh per la rappresentazione del Lavoro Manuale

Quando parliamo o leggiamo di Vincent van Gogh (1853-1890) la mente ci riporta ai suoi colori sgargianti, ai dipinti di paesaggio di cui coglieva la luce, alla sua vita sofferente e di quanto fu incompresa la sua opera pittorica.

Difficilmente ci si sofferma, a volte neppure si conosce, la sua passione per il lavoro umano, passione e rispetto che non va assolutamente in contrasto con la sua visione di libertà e anticonformismo.

In questa breve scheda vorrei sottoporre all'attenzione una serie di dipinti che Vincent van Gogh realizzò tra il dicembre 1883 e l'agosto 1884 presso il villaggio di Nuenen.

Questo villaggio, di poco più di duemila abitanti, situato nella regione dei Paesi Bassi denominata Brabante, nonostante l'avanzamento della industrializzazione del settore tessile vedeva diversi suoi abitanti tessere ancora in casa.

Era una pratica prossima a scomparire, come in altri settori sarebbero stati sostituiti dalla produzione di massa, la cui qualità sebbene in alcuni casi fosse inferiore aveva un costo decisamente più vantaggioso.

Vincent van Gogh fu da subito rapito da questo lavoro, che avveniva all'interno delle case non sempre a tempo pieno, un lavoro integrativo e sovente praticato nei mesi invernali quando si era liberi dai lavori nei campi.

Si può immaginare che fu attirato per la calma e ripetitività dai movimenti, un suono ritmico quasi ipnotico che avvolgeva la stanza permettendo di non pensare, un luogo che poteva definirsi un rifugio sia fisico sia psichico.

Il tema dei tessitori in pittura non era in voga, a differenza di altri lavori manuali sia nei campi sia nelle botteghe, si potrebbe azzardare affermando che - come lo rilevò anche van Gogh nelle sue lettere al fratello Theo - vi erano difficoltà a inquadrare i grandi telai situati in piccole stanze, telai che inoltre erano complessi meccanicamente e quindi ardui da riprodurre.

Le opere presentate sono state realizzate da Vincent van Gogh a matita, acquarello, penna ad inchiostro, colori ad olio, e usando supporti che vanno dalla tela alla carta vergata o velina o carta tessuto.

Termino riportando il testo di una lettera che Vincent van Gogh scrisse a suo fratello Theo:

“Caro Theo,
Tanti auguri per il tuo compleanno.
Sto già aspettando ansiosamente la tua prossima lettera.
Quanto al lavoro, sto lavorando ad un quadro grande di un tessitore col telaio visto di fronte – la figuretta si staglia scura contro la parete bianca. Al tempo stesso ne sto continuando un altro, che iniziai l’inverno scorso – un telaio a cui si sta tessendo un drappo rosso; in questo il telaio è visto di scorcio.
…Questi telai mi costeranno ancora molto lavoro duro, ma in realtà sono cose tanto splendide, tutto quel legno di quercia di contro al muro grigiastro, che penso sia indubbiamente una buona cosa che una volta tanto vengano dipinti. Bisogna renderli però in modo che il colore e la tonalità armonizzino con altri quadri olandesi…
Li ho visti tessere di sera al chiarore della lampada, che crea degli effetti che richiamano molto Rembrand. Oggi si servono di un tipo di lampada sospesa ma da uno dei tessitori mi sono procurato una piccola lampada come quella che c’è, ad esempio, ne “La Veillée” di Millet. Una volta era con queste che lavoravano.
L’altro giorno ho visto delle stoffe colorate, tessute di sera; ti porterò a vedere i tessitori quando verrai qua. Quando li vidi, stavano sistemando la trama, di modo che vedevo le figure curve e scure, spiccanti contro la luce ed il colore della stoffa, le grandi ombre dei listelli e delle travi del telaio sulle pareti bianche.
Addio, scrivimi presto se puoi.

Sinceramente tuo, Vincent”

2 Comments

  • Danila Rosati
    Posted 1 Aprile 2019 23:44 0Likes

    La ringrazio, è molto bello ed interessante ciò che scrive , questa sera ho letto e ammirato con grande piacevolezza i dipinti che ha scelto per raccontare Vincent Van Gogh, accompagnando il tutto con il carteggio con il fratello, Le faccio i miei complimenti.
    Danila Rosati

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