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Un'opera incompiuta che rivela l'essenza umana delle figure sacre

L’icona del pittore Pellizza da Volpedo (1868-1907) resta senz’altro il grande dipinto “Il Quarto Stato“, opera che ha posto in secondo piano altre seppure fossero di qualità eccellente.

Una tra queste è senz’altro la “Sacra Famiglia“, di straordinaria fattura e composizione nonostante sia un’opera incompiuta.

Infatti il dipinto, il cui soggetto sacro era per Pellizza una eccezione, gli era stato commissionato appositamente ma non piacque affatto al committente, pare non fosse di gradimento la mancanza delle aureole e la presenza dei tratti in sanguigna che delimitavano le figure, in particolare quelle del Bambino.

Inoltre come modella per la Madonna, Pellizza impiegò la giovane Teresa, quella che fu sua amata moglie che però proveniva da un ambiente sociale contadino, quindi a detta di alcuni inferiore (questo fu sempre motivo di contrasto in seno alla famiglia benestante dei Pellizza).

La mancanza di regalità, di sacralità che la figura di Maria emanava e anche quella dismessa e in disparte di Giuseppe, stonavano agli occhi di chi non riusciva a leggere la enorme poetica che il pittore infuse in questo straordinario dipinto.

Qui troviamo una giovane madre che sorreggendo il proprio bambino osserva dritto negli occhi lo spettatore, comunicandogli con la sua dolcezza tutto il dramma di cui è consapevole, si percepisce che lei è a conoscenza di quello che attenderà suo figlio e del compito non certamente facile che dovranno affrontare entrambi.

Anche Giuseppe interpreta la sua parte con mestizia, sarà sempre una figura presente ma non dovrà mai oltrepassare il suo ruolo, importante ma pur sempre di sola comparsa.

Il dipinto, realizzato nel 1892, fa parte della Pinacoteca Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona (Alessandria), lo si può ammirare all’interno del Museo del Divisionismo a Tortona, un museo ricco di opere di quel periodo – non solo di Pellizza di Volpedo – ottimamente allestito e con guide eccellenti (bellissimi anche i cataloghi che illustrano tutte le opere presenti nel museo).

Personalmente trovo questa Sacra Famiglia una delle più coinvolgenti emotivamente che mai abbia visto, purtroppo meno conosciuta del “Il quarto stato”, dovrebbe avere maggiore visibilità nonostante sia un’opera incompiuta e che tratti un soggetto a Pellizza poco, o per nulla, indagato rispetto ai grandi temi sociali a cui si dedicò.

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